Nei ghetti del ventesimo secolo

“Mi sto ancora chiedendo come può essere

realtà e non un terribile sogno

Il mio cuore è diventato un’unica grande piaga

Mentre noi ci lamentiamo delle cose più banali

ci sono persone abbandonate e disperate

che non hanno riparo dal freddo e dalla pioggia

nei ghetti del ventesimo secolo

 

Non riesco a credere a ciò che ho visto:

bambini malati bere nel fango,

madri rassegnate che

vorrebbero non essere mai nate e

uomini scavati nel corpo e nello spirito,

facili vittime dello sfruttamento

nella civiltà del benessere

Dalle loro baracche

non giungono più grida

perché le loro voci si fanno sempre più flebili

e resistere ancora un giorno al freddo e alla fame

è difficile nei ghetti del ventesimo secolo

 

Le loro menti sono logorate dalla fatica

e le loro pance piene d’aria

Quanto ancora sopravvivranno i bambini?

Le loro preghiere si perdono nel vento

Il mondo è crudele e così sbagliato

Nessuno si preoccupa di quelli che muoiono

nei ghetti del ventesimo secolo,              

nei ghetti del ventesimo secolo”